CAPITOLO 2: ANTINOMIA





di Valeria Holly Giuliano

Prendete i grandi del Rock italiano degli anni '80 e '90. Prendetene il suono grezzo, forte ma pulito allo stesso tempo. Metteteci testi scritti con cognizione di causa e mai banali. Aggiungete quattro musicisti di talento ed un frontman che il palco se lo mangia a colazione. Condite il tutto con una spruzzata di flauto traverso alla Jethro Tull, che ci sta bene come il cacio sui maccheroni. Come direbbe Giovanni Mucciaccia dei tempi d'oro: Fatto? Ecco. Questi sono gli Antinomia.
Un nome che, come spiega il sopracitato frontman Riccardo Rizzi, ex studente di giurisprudenza,  "deriva dal termine giuridico filosofico che indica un particolare tipo di paradosso ed è stato scelto per simboleggiare le contraddizioni della società contemporanea nel periodo caotico e contraddittorio che la distingue. L’Antinomìa è dunque l’emblema delle incompatibilità naturali ed umane".



La cosa che più mi ha colpita, mentre ascoltavo il loro ultimo album Kronos, è stata questa: continuavo a cercare delle somiglianze ma, alla fine, mi sono dovuta "arrendere" al fatto che gli Antinomia non somigliano a nessuno. Questa, a mio avviso, è una delle caratteristiche più importanti (se non LA più importante). Il timbro vocale di Rizzi è sicuramente particolare, capace di dare profondità e calore al brano, ma anche di toccare note alte senza difficoltà alcuna. Kronos è un album che si fa ascoltare volentieri, che trascina, culla e coinvolge durante tutti i nove brani che lo compongono. Assolutamente da ascoltare, in particolare, la  traccia numero 5, L'uomo, cover dell'omonimo brano del 1971 degli Osanna, il cui cantante Lino Vairetti duetta con Riccardo Rizzi in questa bellissima versione. Degne di nota anche il primo singolo, Exit, il cui video ha accompagnato l'uscita dell'album e Marea (la mia preferita).






La band ha lavorato molto (e si vede) ottenendo una credibilità che in pochi possono vantare. Ma rimanendo comunque persone umili e disponibili, altra qualità che, anche scendendo a livelli di talento più bassi, non è così scontato trovare nel mondo delle band emergenti.
Eppure questi ragazzi di motivi per tirarsela ne avrebbero eccome: tre album all'attivo ed innumerevoli partecipazioni a festival di una certa importanza, uno su tutti "Rock Targato Italia" e su palchi altrettanto rinomati, come quello dell'Hiroshima Mon Amour. Per non parlare delle collaborazioni con i mitici Litfiba di Pelù & C. E invece niente, li incontri dopo il concerto mentre stai entrando in bagno a pis stai leggendo l'Herald Tribune sorseggiando dell'Earl Grey donatoti dalla Regina Elisabetta in persona, scambi due battute con bassista e chitarrista ed è subito chiaro che siete quasi pirla uguali.

In fondo anche questo è Rock!


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